A volte ti sembra di fare molta fatica rispetto al tuo solito passo, altre non riesci ad aumentare la velocità, ed altre ancora, ti manca il respiro e senti le gambe pesanti. Sono cose che succedono piuttosto di frequente, oppure capitano almeno una volta nella vita ad un runner. Spesso si tende a dare la colpa di tutto ciò a limiti fisici o ad un allenamento errato. Probabilmente, nella maggior parte dei casi è proprio così. Ma a volte si guarda anche nella direzione sbagliata, cercando la causa dei nostri limiti in motivi atletici, quando invece sono tecnici.
Ho fatto una prova e mi sono accomodato sulla panchina del parco dove vado a correre abitualmente e ho guardato i runner che passavano per una mezz’oretta. Tra i tanti, solo un paio avevano una tecnica perfetta, altri 4/5 correvano con una tecnica dalla sufficienza in su. Tutto il resto era un disastro. Cosa comporta una carenza di tecnica? Semplicemente si fa più fatica, oltre a correre un rischio maggiore di infortuni.
L’oscillazione delle braccia e la posizione della testa e del busto
Partiamo a ragion veduta dall’alto e quindi dalla testa. Questa deve avere la giusta inclinazione, perché fornisce l’orientamento verticale al corpo: se la si tiene troppo bassa ci si affossa da soli, mentre guardando troppo in avanti il busto arretra. La posizione ideale e quando si ha una visione fino a 10/15 metri davanti a se. Il busto, invece, deve essere disteso per bene, inclinandolo leggermente in avanti a partire dai fianchi, con spalle dritte.
Spesso vedo runner che si “avvolgono” su se stessi, in una posizione sgonfia dovuta ad una fascia addominale non adeguata, che comprime il diaframma, impedendo di avere una corretta respirazione. Chiudiamo con il movimento dei nostri arti superiori. Questi devono fornire ritmo ed equilibrio. Grazie al movimento opposto alle gambe, bilanciano la spinta e per correre più velocemente, basta aumentare la velocità con cui le muoviamo. Infine, vanno tenute ad una giusta distanza dal corpo, non troppo strette attorno alla cassa toracica.
Correre significa “fare piccoli balzi in avanti”
Il problema è che molti dimenticano l’ultima parte correndo con una grande oscillazione verticale. Quello che ne risulta è un runner allegro che zompetta alla ricerca di farfalle, con inutile dispersione delle energie. E’ molto importante quindi concentrarsi per correre con un bacino stabile, che si muove in avanti non ondulando, ma in linea retta. Per chiudere, voglio ricordare dell’importanza di appoggiare bene il mesopiede a terra, per sfruttare l’ammortizzazione naturale del piede, riducendo l’effetto dell’impatto sullo scheletro.
Nella stessa misura, bisogna evitare di fare passi troppo lunghi, perché si corre il rischio di appoggiare il piede troppo in avanti rispetto al nostro baricentro. Per ovviare a tutto questo, bisogna avere una elevata frequenza di passi, aiutandosi come detto in precedenza, accelerando il movimento delle braccia. Infine, ricorda che meno tieni il piede a terra e meno rallenterai la tua andatura. Il contatto con il terreno deve sempre essere esplosivo e molto rapido.